Il vescovo di Cádiz y Ceuta porta con sé l’esperienza della sua diocesi, segnata dal fenomeno della migrazione.

“Noi cristiani – ha spiegato – dobbiamo essere primizia di un’umanità nuova, come affermiamo da sempre, e testimoniarlo con le parole e soprattutto con i fatti”.

“Siamo uniti, siamo solidali e assicuro le preghiere della CEI e delle Conferenze episcopali di tutti i Paesi bagnati dal Mediterraneo riuniti qui a Bari”.

“Dobbiamo cercare di rafforzare i legami tra noi Vescovi cattolici per raggiungere insieme una visione comune delle problematiche”, spiega mons. Antonino Raspanti, vescovo di Acireale.

L’omelia della messa celebrata a Bari, nella cripta della Basilica di San Nicola, al mattino di giovedì 20 febbraio.

La seconda giornata di lavori al Castello Svevo incomincia con la presentazione del tema su cui i vescovi partecipanti si confronteranno, a partire dalle ore 10, nei “Tavoli di conversazione”.

“Se uno è solo la sua sofferenza è pesante, se invece sente qualcuno accanto, il suo dolore viene alleggerito”, ricorda mons. Botros Fahim Awad Hanna, vescovo di Minya, in Egitto.

“Siamo arrivati con tutto ciò che siamo, con la nostra tradizione, la nostra liturgia, la nostra vita”, sottolinea il patriarca di Alessandria dei Copti.

Le ordinanze comunali sulla viabilità a Bari durante l’evento “Mediterraneo, frontiera di pace”.

“La crisi in Siria – afferma l’arcivescovo di Damasco dei Siri – è quasi finita come bombardamenti sui civili, ma ne è iniziata una economica”.