Pubblichiamo il saluto del Card. Giuseppe Betori, Arcivescovo di Firenze, al termine della Concelebrazione Eucaristica che ha chiuso l’Incontro di Vescovi delegati e Sindaci delle città del Mediterraneo.
È il momento di esprimere la nostra gratitudine. Il pensiero e la viva gratitudine della Chiesa fiorentina va anzitutto al Santo Padre Francesco, che sappiamo aver sostenuto questo evento di vescovi e sindaci nella sua preparazione e che solo una improvvisa indisposizione tiene oggi fisicamente lontano da noi. A lui ci sentiamo vicini con il cuore, augurandogli una pronta guarigione e assicurandogli che la nostra preghiera lo accompagna come sempre nel suo ministero.
Non meno profonda è la nostra gratitudine verso il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, riferimento saldo dell’identità della nostra nazione, amico di Firenze, che con la sua presenza tra noi suggella il valore dell’incontro di vescovi e di sindaci per la pace e la civiltà, il dialogo e la cooperazione delle città, dei paesi e delle religioni nel Mediterraneo.
Grazie ancora alla Conferenza Episcopale Italiana e al suo Presidente, il card. Gualtiero Bassetti, caro amico don Gualtiero, prete fiorentino, ti ringraziamo per aver scelto Firenze come seconda tappa dell’incontro di vescovi del Mediterraneo, dando evidenza a come questo evento abbia le sue radici nel pensiero e nell’opera di Giorgio La Pira. Alle stesse radici si è richiamato il nostro sindaco Dario Nardella, che ha voluto l’incontro di sindaci di città del Mediterraneo. Anche a lui va la gratitudine della nostra Chiesa fiorentina. Ringrazio poi voi, vescovi e sindaci che avete accolto l’invito a riunirvi qui e a confrontarvi per individuare vie di costruzione della fraternità e della pace per società più giuste e inclusive.
Permettete che aggiunga un grazie anche ai miei collaboratori più stretti che hanno dato forma organizzativa all’evento, ai molti volontari, a funzionari e personale dell’Amministrazione comunale di Firenze, della Prefettura, della Questura, delle Forze dell’Ordine e delle altre istituzioni pubbliche che hanno lavorato con noi con dedizione e competenza. Aggiungo anche un grazie alle chiese e alle comunità che ci hanno accolto, da Santa Maria Novella, fino all’Opera di Santa Croce e i Frati francescani conventuali.
Non meno importante per noi è stata la risposta di tutto il nostro popolo, che, qui presente quest’oggi e nelle nostre comunità in queste settimane, non ha mancato di offrire il proprio sostegno e la preghiera.
Infine, ma non da ultimo, il nostro pensiero va alla gente dell’Ucraina, la cui sofferenza vogliamo sia circondata dalla nostra preghiera, mentre facciamo appello a quanti hanno nelle loro mani il governo dei popoli di convertire i loro cuori e le loro decisioni al cuore e ai progetti di pace di Dio, il Padre di tutti. L’unità della famiglia umana viene ferita da divisioni e guerre, di cui soffrono i piccoli e i deboli. A nome loro chiediamo per l’Ucraina gesti di pace.