L’incontro di riflessione e spiritualità non si chiuderà a Bari il 23 febbraio, ma è destinato ad essere solo l’inizio di un cammino. Perché ciò sia visibilmente sperimentabile, la CEI, attraverso Caritas Italiana, ha voluto lasciare un’”opera segno”: un progetto che si realizzerà con il supporto operativo dell’Associazione Rondine Cittadella della Pace.
Rondine è un’organizzazione che si impegna per la riduzione dei conflitti armati nel mondo e per la trasformazione creativa del conflitto in ogni contesto. L’esperienza nasce, tra la fine degli anni ’80 e la fine degli anni ’90, in un borgo medievale toscano a pochi chilometri da Arezzo, dove si strutturano i principali progetti per l’educazione e la formazione. In primis uno studentato internazionale che accoglie giovani provenienti da Paesi teatro di conflitti armati o post-conflitti e li aiuta a scoprire nel proprio nemico una persona, attraverso la difficile ma necessaria convivenza quotidiana. In un contesto neutrale, in cui sviluppare dialogo interculturale e interreligioso, Rondine prepara giovani che andranno a costituire la futura classe dirigente, anche a servizio delle Chiese locali.
Considerando l’area rivierasca del Mediterraneo Caritas Italiana ha individuato, per il progetto che farà da “opera segno” dell’incontro di Bari, quattro macro regioni su cui concentrare gli interventi: i Balcani; la penisola Turca; il Medio-Oriente; il Nord Africa. In questi contesti sono state individuate come interlocutori le Chiese locali di Bosnia, Turchia, Siria, Libano, Terra Santa (Patriarcato di Gerusalemme) e Nord Africa (Conferenza episcopale CERNA).
L’Associazione Rondine, in collaborazione con il Dipartimento di Psicologia dell’Università Cattolica di Milano (Centro di Ateneo per gli studi e le ricerche sulla famiglia) e con la supervisione della CEI, saranno gli attuatori del progetto.
I protagonisti saranno 12 giovani (due per ciascuno dei contesti) e la loro formazione; non una semplice borsa di studio ma un vero percorso, che coinvolgerà coppie di giovani rappresentativi dei gruppi sociali antitetici, e pertanto più bisognosi di riconciliazione.
Il progetto, che durerà due anni e partirà a marzo del 2020, si comporrà di quattro fasi, da realizzarsi nei paesi di origine, in Italia – da settembre 2020 a giugno 2021 – presso l’Associazione Rondine e presso l’università di Siena (all’interno della cornice scientifica della ricerca-azione individuata dalla Cattolica) e l’ultima fase di nuovo nei paesi di provenienza dei giovani, dove verranno seguiti in un percorso di ricaduta e sostenibilità progettuale a livello locale.
I 12 giovani resteranno coordinati in una rete, in modo da valorizzare anche negli anni futuri le specifiche competenze di ciascuno.